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Re: cinema d'autore

Inviato: 28/10/2019 - 12:23
da montag
Una donna libera 1954 Vittorio Cottafavi
Un bellissimo film di un regista molto attivo anche in televisione e che ho visto molti anni fa.
La storia di una donna in anticipo rispetto ai tempi nei quali vive e che ha il coraggio delle sue scelte,
vive senza ripensamenti le situazioni che le si presentano, ma ha il coraggio di rinunciare ad una vita agiata per coerenza delle proprie scelte.
Quindi ritorna a casa carica di esperienze che l'hanno temprata, ma come accade spesso nella vita, quando pensi di sfuggire ai fantasmi che ti tormentano, poi sono loro che ti si ripresentano in forma diversa.
E' il caso della sua giovane sorella, ingenua ed inesperta e di uno spregiudicato donnaiolo che la circuisce e nelle cui grinfie lei stessa era caduta.
Il tragico finale è un atto d'amore nei confronti della sorella.
Un film da non perdere, possibilmente col doppiaggio originale.

Re: cinema d'autore

Inviato: 11/11/2019 - 00:22
da montag
Lo chiamavano Trinità 1970 Enzo Barboni

Ho rivisto questo film ed il suo seguito dopo quasi 50 anni, li ho trovati fantastici, li avevo visti al cinema quando ero poco più di un bambino.
La definizione di " Serie b " si addice certamente ai western di Sergio Leone che con tutti i mezzi, gli attori famosi e le musiche, è stato capace di tirare fuori dei film che non hanno né capo né coda, sono divenuti famosi solo grazie alla pubblicità, ma non certamente a Trinità ed al suo seguito.
Ironici, divertenti e con battute azzeccate, rappresentano due ore di svago ben spese, il primo l'ho trovato meglio del secondo, ma è logico visto che è sempre difficile ripetersi.
Ogni tanto ci scappa qualche scazzottate e qualche ancora più raro colpo di pistola, ma tutto questo rimane solo un contorno.
L'inizio del film con quella musica fischiata è splendido, la storia narra di due fratelli dediti al furto di cavalli ed al malaffare in genere, con la mamma tenutaria di un bordello.
" Bambino " crede di essere quello dotato di cervello, ma è invece Trinità che si diverte a manipolarlo, oltre ad essere un grandissimo bas***do che non si pone certo degli scrupoli a mettere nei guai il fratello.
Qualche scena è veramente da sbellicarsi dalle risate, da vedere o rivedere senza dubbio

Re: cinema d'autore

Inviato: 07/12/2019 - 01:40
da montag
Oltraggio 1950 Ida Lupino ( Outrege )
Credo ci sia molto di questa bravissima attrice e regista in questo splendido e poco conosciuto film, certo ne parla in maniera figurata, i pregiudizi e le difficoltà che ha trovato sul lavoro ma anche un ritratto feroce della società americana, maschilista ed incline alla violenza.
E' infatti uno dei primi film che parla di una donna che subisce violenza sessuale e delle conseguenze psicologiche che deve affrontare, la regia è davvero efficace nel far percepire allo spettatore questo dramma interiore e nel creare questa atmosfera esasperante.
Gli attori sono veramente bravi ed assecondano e supportano pienamente questa regia.
Ann è una giovane in procinto di sposarsi, è felice ed è tutto predisposto, ma una sera uscendo tardi dal lavoro.....
Non credo si trovi doppiato in italiano, occorre conoscere l'inglese.
Si trova comunque su youtube, ma con i sottotitoli sempre in inglese.

Re: cinema d'autore

Inviato: 05/04/2020 - 19:27
da montag
La ballata di Narayama 1958 di Keisuke Kinoshita

La profondità analitica del cinema giapponese non cessa di stupirmi, il film è un'analisi sull'amore ed il necessario sacrificio in questo caso di una madre a favore dei suoi congiunti che potranno passare il duro inverno grazie a lei.
Ma è anche uno sguardo impietoso sull'essere umano, che in situazione d'emergenza non esita davanti a nulla pur di sopravvivere, invece di cercare di unire le forze, preferisce giustificare il suo comportamento ignobile come una necessità, dove ogni tipo di pietà viene bandita.
Mi riferisco alla parte del film dove uno degli abitanti della " casa del sale " non avendo di che sfamarsi cerca di rubare un po' di cibo, scoperto, non ci sarà pietà per nessuno degli abitanti della " casa del sale ", bambini compresi, sotterrati vivi come ulteriore ed atroce sottolineatura del loro " peccato ", ma gli stessi assassini non esitano a spartirsi il cibo che era ancora rimasto a casa delle loro vittime.
La figura centrale del film è comunque Orin, che in questo villaggio poverissimo nel mezzo delle montagne del Giappone, la tradizione impone a coloro che hanno raggiunto i 70 anni di andare a morire sulla montagna Narayama.
Ma Orin non è anziana nel fisico e nello spirito, come sottolineato nel film ha ancora tutti i denti e quindi in salute, sarebbe indubbiamente un peso per la sua famiglia per superare l'inverno, non vorrebbe morire e non lo vorrebbe neppure il figlio ma lei lo costringerà ad accettare il dolore più grande, accompagnare la madre sul Narayama.
Ma prima Orin si preoccuperà di tutta la sua famiglia, insegnerà alla nuova nuora che lei ha trovato per il figlio, il posto più pescoso ed il modo di catturare qualche pesce, nel villaggio nessuna è abile a pescare quanto lei.
Insomma il film è soprattutto un incitamento all' amore ed alla solidarietà, ci ricorda come l'essere umano può prosperare solo nella socialità e nell'aiuto reciproco, mentre nel cinismo e nell'avidità è destinato a soccombere, film più che mai attuale.
Purtroppo sottotitoli di autori giapponesi non se ne trovano molti, ed è un vero peccato.

Re: cinema d'autore

Inviato: 16/04/2020 - 19:38
da Il Web
Segnalo che è riapparso su raiplay "Torneranno i prati", di Ermanno Olmi, anche senza fare la registrazione.
https://it.wikipedia.org/wiki/Torneranno_i_prati

Specie per chi è interessato alla prima guerra mondiale

Re: cinema d'autore

Inviato: 20/09/2020 - 21:58
da montag
Calle major ( Via principale ) 1956 Juan Antonio Bardem
Un capolavoro assoluto questo film che ha delle analogie con " I vitelloni " di Fellini, il contesto analizzato è la Spagna franchista ed ha come forma la provincia spagnola dove un gruppo di amici sfogano la loro noia con crudeltà e ipocrisia a danno dei loro compaesani organizzando scherzi che definire di dubbio gusto è poco.
In realtà ciò che li muove è un profondo disprezzo per il prossimo e di conseguenza una mancanza di rispetto senza il senso della misura, la mancanza d'amore ed il vuoto che c'è nelle loro vite lo sfogano sui loro concittadini.
Verso la fine del film c'è un dialogo con una bellissima similitudine che paragona questi amici ad un bambino che schiaccia le formiche, si può fare altrettanto col prossimo, dice molto amaramente l'attore, il dialogo che ne segue è da antologia, " La verità è qui " dice l'altro
attore che intende che è in questa piccola cittadina dove tutti si conoscono che si può scrutare fino in fondo l'animo umano, non come lui che proviene da Madrid, dove non c'è questo tipo di rapporti tra le persone, paradossalmente si è più soli in una città più grande.
La storia è quella di uno di questi amici che accetta di fingere d'innamorarsi di una " zitella ", una giovane di 35 anni ( la bravissima Betsy Blair ) ingenua e in attesa di un fidanzato.
Ma questo gioco ha delle conseguenze ed il rimorso non tarderà a farsi sentire nel protagonista maschile, anche se la sua debolezza gli impedirà di affrontare la situazione.

Re: cinema d'autore

Inviato: 20/11/2021 - 10:15
da Il Web
Il Web ha scritto:Segnalo che è riapparso su raiplay "Torneranno i prati", di Ermanno Olmi, anche senza fare la registrazione.
https://it.wikipedia.org/wiki/Torneranno_i_prati

Specie per chi è interessato alla prima guerra mondiale



Su Prime è disponibile, tra gli altri, un altro film di Ermanno Olmi: il Posto, del 1961

imperdibile per i pochi che non lo conoscono, ma sempre bello rivederlo

Re: cinema d'autore

Inviato: 20/12/2021 - 21:15
da montag
Noi 1982 Vojtěch Jasný (Wir)
Ben prima di Orwell ed anche di Aldous Huxley, Yevgeny Zamyatin descrive nel 1921 con inquietante precisione l'attuale società dove il materialismo uccide l'anima dell'individuo, l'alienazione e la disumanizzazione sono riportati splendidamente in questo film di Jasný.
La mia impressione è che Zamyatin volesse esprimere una certa contrarietà al nascente socialismo sorto dopo la rivoluzione d'ottobre, di sicuro ci sono tutti gli elementi ( a mio giudizio ) per identificare la società mostrata nel film una perfetta rappresentazione della società attuale, dove il vocabolario ha perso ogni suo significato, sono le immagini, le emozioni a guidare la gli individui, la tecnologia, i numeri hanno preso il sopravvento sull'uomo.
Anche se all'apparenza in maniera scherzosa qualche messaggio addietro scrivevo di come gli algoritmi potessero insinuarsi nella nostra vita, in realtà è già da molto tempo che silenziosamente e subdolamente le persone stanno diventando schiave di una tecnologia non usata per il benessere umano, ma per condurlo ad una schiavitù volontaria che crea dipendenza ed accettazione di una nuova condizione della parola "umano".
Quanta arroganza negli uomini nel credere che solo per il fatto di scoprire qualche formuletta, credono di essere padroni del proprio destino.
L'essere umano non è solo materia, è innegabilmente spirito e sono i sentimenti che lo identificano, nel bene e nel male.
Le azioni che compiamo sono sul piano materiale, ma è l'anima, lo spirito che le guida.
Di tutto questo parla questo splendido film, dell'immortalità dell'anima e del tentativo impossibile di sopprimerla.

Re: cinema d'autore

Inviato: 12/01/2023 - 19:37
da montag
Riprendo un discorso interrotto molto tempo fa con un pezzo da 90.
Oggi ho visto "Jonas che avrà 25 anni nel 2000 " di Alain Tanner.
Chi ha scritto i dialoghi di questo film è evidente che conosceva molto bene l'animo di un particolare tipo di essere umano (omo avidus), ci sono tutte le tematiche odierne, sviscerate e spiegate con una semplicità disarmante
Il fatto che lo consideri il miglior film che io conosca, non dipende dal fatto che siamo sulla stessa lunghezza d'onda, ma dal fatto che è la realtà oggettiva della vita di miliardi di oppressi in tutto il mondo e in tutte le epoche, non abbellita però di tutti gli orpelli della propaganda degli oppressori.
Sì, perchè i poveri ed i ricchi sono la risultanza di un sistema economico e politico e quindi di una scelta, gli oppressi e gli oppressori.
La storia si dipana attraverso 4 coppie ed ha una trama anche divertente, ma quella è solo la facciata.
Insomma, un film che racconta che tutta la società è il prodotto della creazione di questa divisione, gli oppressi e gli oppressori.
Un docente di storia ( che avrei voluto anch'io) che si innamora di una cassiera altrettanto fuori dagli schemi preconfezionati, marito e moglie che hanno un'azienda agricola dove producono con il letame e non con i veleni chimici, un cinico giornalista ed una segretaria di banca votata alle pratiche tantriche ma non al materialismo e marito e moglie con lui che licenziato dal lavoro, trova sistemazione come dipendente dell'azienda agricola.
Per questo film si trovano i sottotitoli in italiano su Opensubtitles, chi li ha fatti deve conoscere molto bene la lingua perchè secondo me li ha tradotti direttamente dal parlato.

Re: cinema d'autore

Inviato: 24/01/2023 - 04:34
da montag
The Wild Parrots of Telegraph Hill 2003 Judy Irving ( I parrocchetti selvatici di Telegraph Hill )

Questo splendido documentario è una sinfonia della natura, l'esperienza di un uomo a contatto con una comunità di Parrocchetti.
L'uomo realizza che ogni uccello ha un suo carattere, una sua personalità, cioè in definitiva ha dei sentimenti e questo è in contrasto con il pensiero che l'essere umano debba avere l'esclusiva dei sentimenti.
La sua esperienza raccontata nel finale del documentario con il primo parrocchetto è assai esplicativa.

Re: cinema d'autore

Inviato: 26/02/2023 - 19:12
da montag
Galia 1966 Lautner

Capolavoro assoluto della cinematografia mondiale, la bravura degli attori, il tratto psicologico e la complessità della vicenda lo consacrano ai massimi livelli cinematografici.
Galia (Mireille Darc) è una bella ragazza, giovane e disinibita, senza legami fissi, non ne ha, né apparentemente li desidera, decisa, impulsive, indipendente, l'ideale per una "scampagnata".
Una sera salva una donna (Françoise Prévost) che tenta il suicidio buttandosi nella Senna, la porta a casa, la rifocilla e la ospita.
Il rapporto tra le due donne è la cosa che ho apprezzato di più nel film, senza morbosità, incentrato dalla sincera volontà di Galia di far passare a Nicole un momento difficile.
Il suicidio è causato dall'infelicità di non essere amata dal marito (Venantino Venantini), un individuo senza scrupoli, votato all'arricchimento, ma prestante, brillante e affascinante e quindi dedito ad avventure extraconiugali.
In realtà cerca di sfruttare le altre persone soprattutto per tornaconto personale, senza disdegnare il piacere fisico.
L'aiuto di Galia a Nicole comprende anche (in accordo) l'abbordaggio del marito di Nicole, ma è qui che i rapporti si intrecciano e non si capisce più dov'è la verità e dov'è la menzogna.

Re: cinema d'autore

Inviato: 13/03/2023 - 15:18
da montag
Poco a poco 1970 Jean Rouch (Petit à petit)
Sono molto appassionato ad interviste e documentari, adempiono molto bene come in questo caso, alla funzione di ponte attraverso culture e modi di vivere assai diversi.
In fondo la differenza tra il significato delle immagini usate a scopo propagandistico dal cinema odierno ed i film prodotti dagli anni 20' fino agli anni 70' è tutta qui, vi era la possibilità di orientarsi verso altre voci, oggi la voce è unica, assordante ed asfissiante, le apparenti critiche e diversità sono solo di facciata, il potere di decidere i contenuti è in poche mani che non sono certo interessate a dipingere un punto di vista diverso, c'è solo un punto di vista giusto, il loro.
Hanno contribuito alla costruzione dell'essere umano competitivo e consumatore, è così che si forma il pensiero e quindi il comportamento, avidità ed egoismo ne sono la conseguenza.
La propaganda c'è sempre stata e la tecnologia non ha fatto altro che amplificarne la forza, già negli anni 30' Majalovskij, aveva intuito quello che avrebbe espresso 50 anni dopo Herzog, cioè che il cinema (anche altro) serviva a colonizzare le menti.
Uno splendido esempio di questo discorso, lo si può fare con questo grande documentarista: Jean Rouch.
Poco a poco è una parodia reinventata e capovolta del colonialismo capitalista, non solo i disastri prodotti visti dal punto di vista dell'Africa, ma visti dal punto di vista di chi in Africa comunque ci crede a questo tipo di "sviluppo" (meglio definirlo sfruttamento).
Poco a poco è il nome di una ditta di esportazione del Niger, uno dei soci decide di fare il grande passo e recarsi a Parigi, dove cercherà di capire come fare a ammodernare e sviluppare il suo villaggio con la costruzione di un grattacielo.
Arrivato a Parigi scopre che c'è un modo di vivere per lui incomprensibile ed il suo socio (Il suo Grillo parlante) che nel frattempo lo ha raggiunto lo mette in guardia.
Questa è la parte più divertente del film, si mette con una sorta di forcipe a misurare crani ed altre parti anatomiche arrivando a verificare se hanno carie ai denti, il riferimento alla schiavitù non potrebbe essere più esplicito.
Trova una donna senegalese ed una ragazza parigina che poi si trasferiscono con lui quando torna in Niger e qui nella parte finale del film c'è un avvertimento per il futuro, la disgregazione della cultura africana.
Lo stesso descritto impeccabilmente da Ousmane Sembène nel suo bellissimo "La cambiale". (Mandabi).

Re: cinema d'autore

Inviato: 22/03/2023 - 14:04
da montag
Cleo, dalle 5 alle 7 Agnès Varda 1962

Corinne Marchand è Cleo, una bella e giovane ragazza professionalmente con un certo successo ma che è in attesa di un responso riguardante una grave malattia.
Il film riguarda l'intervallo di tempo tra la visita ad una cartomante e l'orario nel quale le verrà consegnato il responso.
Comincia a vagare per Parigi, ma è ovviamente terrorizzata ed è compressa tra il peso della solitudine interiore seppure circordata da persone ed amici e questo responso che in fondo lei conosce già.
Questa riflessione termina quando conosce un militare che deve ripartire per la guerra, in fondo vivono sensazioni analoghe, entrambi si trovano nella medesima situazione.
Siamo tutti Cleo o il militare e tutti cerchiamo risposte.
Film assolutamente da vedere.

Re: cinema d'autore

Inviato: 01/04/2023 - 22:41
da montag
La strada dei quartieri alti 1959 Jack Clayton

Un giovane assai spregiudicato ed attraente giunge per lavoro in una nuova città ed essendo interessato al denaro sopra ogni altra cosa, cerca la scorciatoia più rapida per realizzare i suoi desideri, sposare la giovane e splendida figlia di un ricco magnate.
La ragazza è fidanzata con un giovane appartenente alla cerchia dell'alta società e quindi non è certo visto di buon grado dalla famiglia di lei e nemmeno ovviamente dal fidanzato, ma lui non si scoraggia per così poco.
La giovane Susan, invece, gradisce molto l'interesse di questo giovane e nonostante l'opposizione della famiglia, finisce per cedergli.
Nel frattempo però, Joe ha una relazione con una moglie infelice (Simone Signoret) che sacrifica per raggiungere i propri scopi.
Il diavolo però, fa le pentole ma non i coperchi e Joe capisce che ama la sposata Alice ed è disposto a rinunciare per questo sia ad una ricca vita agiata, sia ad affrontare le minacce del marito per nulla preoccupato del tradimento, ma che non intende lasciare libera la moglie, evidentemente per un qualche tipo di interesse non specificato.
Succede però che Susan rimane incinta e si vola verso la parte finale del film.
Da non perdere

Re: cinema d'autore

Inviato: 08/04/2023 - 20:37
da montag
Perfidia 1945 Robert Bresson

Un grande regista sa scegliere gli attori adatti al suo progetto, è il caso di questo capolavoro del cinema francese e non solo.
Hélène e Jean sono amanti ma non interessati al matrimonio, ma un giorno la donna decide di rompere il legame, forse per vedere la reazione dell'uomo o forse perchè aveva cambiato idea riguardo al matrimonio.
Jean, però, accetta di buon grado la proposta di rimanere amici e lei non la prende affatto bene, anzi giura di vendicarsi.
Architetta un piano diabolico coinvolgendo Agnès e sua madre, in passato appartenenti al bel mondo ma poi cadute in rovina.
Agnès fa la ballerina e si prostituisce anche se vorrebbe smettere con questa vita ,Hélène presenta Agnès a Jean e dopo varie vicissitudini....

Una segnalazione sul film di Jean Rouch Poco a poco:
Il mio messaggio riguardava la versione cinematografica ma ne esistono altre avendo il regista (come si fa normalmente) girato riprese per circa 20 ore.
Su Youtube c'è una versione di circa 4 ore divisa in tre parti, in francese con sottotitoli in francese:

1) Lettere persiane. ( Les Lettres Persanes)
2) L'Africa sulla Senna. (Afrique sur Seine)
3) La fantasia al potere (L' imagination au pouvoir)